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La casa passiva: caratteristiche ed esempi progettuali

Casa a basso consumoLe c.d. case a basso consumo energetico per potersi chiamare tali non possono consumare più di 7 l/m2a, la casa passiva invece costituisce un passo ulteriore rispetto alla casa a basso consumo; per definizione non deve consumare più di 1,5 l/m2a.
Questa unità di misura rappresenta i litri di gasolio per metro quadro e anno (l/m2a). Si trova frequentemente anche l’unità di misura kwatt/ora per metro quadro e anno (kW/h/ m2a). Un litro di gasolio corrisponde circa a 10 kwatt/ore, chi volesse conoscere il valore in kwatt/ore, deve semplicemente moltiplicare il valore espresso in l/m2a per 10 ed ha il risultato in kwatt/ore per metro quadro e l’anno.
La casa passiva con il suo CES (consumo energetico specifico) di 1,5 non consuma che un decimo del limite prescritto oggi dalla legge sul contenimento dei consumi.
Per avere un’idea della comparazione del bilancio energetico di vari tipi di abitazioni verrà di seguito illustrato il bilancio energetico di vari tipi di edificio, prendendo come riferimento esemplare una casa-tipo, di due piani, unifamiliare, con una superficie riscaldata di 160 metri quadri, situata a Verona. È importante specificare il luogo dove un edificio è situato, poiché la stessa casa a Sassari avrebbe dei consumi molto più bassi, a Bolzano invece ovviamente più alti.


Avremo quindi:

  • Edificio vecchio: Questa casa in anno consuma 5500 litri di gasolio per il riscaldamento. Le perdite fra dispersione per trasmissione e dispersione per ventilazione sono pari a 913 litri. I guadagni, fra apporti solari (151 litri) e guadagni interni (400 litri) equivalgono a 551 litri. La differenza (5500+913-551) è di 5878 litri. Questa casa, se fosse riscaldata fino a 20 gradi tutto l’inverno, consumerebbe 5878 litri con un CES di 37 litri.
  • Edificio secondo la L. nr. 10/1991 (contenimento dei consumi energetici): Lo stesso edificio costruito come lo prescrive la legge al momento in vigore, la legge 10; ha le perdite per trasmissione più ridotte, circa del 10-15% arrivando a un consumo totale di 2.200 litri. L’involucro è un po’ meno permeabile e le finestre sono più moderne. Gli apporti solari rimangono ancora una volta invariati, perché la superficie delle finestre rimane uguale. Anche i guadagni interni non cambiano, praticamente la tipica casa di oggi.
  • Casa a basso consumo (CES < 7): applicando un buon isolamento termico, riusciamo a dimezzare praticamente le dispersioni per trasmissione. Non è necessario cambiare i materiali, dobbiamo solo aumentare ancora lo strato isolante oppure scegliere del materiale con un potere isolante maggiore. Si riducono ulteriormente le perdite per ventilazione.
  • Casa passiva (CES < 1,5): Ecco in sintesi cosa occorre per ottenere lo standard di una casa passiva:
    • isolamento termico ottimale
    • assenza di ponti termici
    • perfetta impermeabilità all’aria
    • 30% di vetrate sulla facciata esposta a sud
    • impianto di ricambio dell’aria con recupero di calore
    • forma compatta
    • produzione d’acqua calda con collettori e comunque con un impianto con energia rinnovabile
    • elettrodomestici a basso consumo.

Cos’è un edificio „ passivo“?

Viene definito “passivo” ogni edificio che ha un fabbisogno energetico annuo inferiore a 15 kW/m² ossia meno di un decimo rispetto ad un edificio convenzionale. La sua struttura dovrebbe essere il più compatta possibile. Questi edifici non necessitano di un regolare impianto di riscaldamento. Solitamente vengono alimentati dal recupero di calore dell’impianto di aerazione, dall’energia solare, da pompe di calore, da piccoli caloriferi o dal calore residuo di radiatori elettrici d’emergenza. Le pareti ed i muri devono essere isolati con appositi materiali dello spessore di 30/40 cm, affinché il coefficiente di dispersione dell’intercapedine esterna non sia superiore allo 0,16 W (m²K), come stabilito dal Darmstädter Passivhaus Institut. In mancanza di questi accorgimenti non si può ottenere un consumo di calore ridotto. Anche le finestre, telaio compreso, devono essere superisolanti e presentare un coefficiente di dispersione massimo di 0,8. Già da anni vi sono in commercio vetri speciali con un coefficiente inferiore. Per molto tempo la dispersione di calore attraverso i telai ha creato ai produttori seri problemi. In questo caso, spessi strati di poliuretano espanso si sono rivelati molto efficaci. Nel frattempo sono state realizzate finestre in legno adatte agli edifici in passivo con un nucleo isolante in sughero o fibra morbida di legno.

Edilidee 2012


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